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Corrado Rocca, Head of R&D, Cyber Unit at Pirelli: “Siamo stati i primi al mondo a inserire in vetture di serie pneumatici sensorizzati” | Stati Generali della Ripartenza

Nella giornata del 25 novembre, Corrado Rocca, Head of R&D, Cyber Unit at Pirelli, ha dialogato con Gian Luca Pellegrini, Direttore di Quattroruote, durante il panel Made in Italy e innovazione tecnologica: il caso dell’automotive”, nel corso degli Stati Generali della Ripartenza organizzati a Bologna dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia.

Gian Luca Pellegrini chiede di fare degli esempi su come Pirelli lavori sulle tecnologie di base meccatroniche ed allo stesso tempo riesca a fare business development nella catena dell’automotive e Corrado Rocca risponde: “Buongiorno a tutti, mi unisco ai ringraziamenti per questa bellissima iniziativa. Abbiamo toccato tantissimi temi che stanno coinvolgendo il mondo auto e ho avuto la fortuna, lavorando in diverse industrie, di vederli adesso capitare in quello che è la rivoluzione della macchina. Una premessa, lo pneumatico a volte viene visto come un oggetto uguale per tutti, in qualche modo un “consumable”, a volte c’è il fastidio di cambiarlo. In realtà, come giustamente si diceva, è un elemento altamente tecnologico perché alla fine, partendo proprio dalle basi, le macchine si muovono grazie all’attrito, le macchine hanno sicurezza grazie a degli pneumatici che sono veramente un insieme di diverse tecnologie. E quello che sta capitando nel mondo dell’elettrico ha dei forti impatti sullo pneumatico. Ci sono regolamentazioni Euro 7 anche per gli pneumatici, perché se ci pensate le macchine stanno diventando più silenziose e oggi una delle fonti di rumore maggiori che c’è è proprio quella data dall’attrito e dal rumore dello pneumatico”.

Questo ci impone – spiega Corrado Rocca – di innovare la tipologia di materiali, perché c’è poi tutto il tema della sostenibilità che è un altro aspetto decisamente importante su cui noi come Pirelli poniamo particolare attenzione. E le tecnologie digitali da questo punto di vista ci vengono molto in aiuto perché il lavoro che si fa con le case auto è di fare personalizzazioni, si parlava prima di sartoria, forse non lo si sa, ma gli pneumatici vengono sempre più progettati, adattati alla tipologia di veicolo per migliorare le prestazioni in termini di rumore, in termini di riduzione di impatto ambientale, ovviamente in termini prestazionali, perché questo è un po’ il nostro DNA. E si lavora assieme ai costruttori, si parte dalla modellazione. Oggi esistono tecnologie di computer con cui sia il costruttore sia noi iniziamo a lavorare a tavolino su quello che è lo pneumatico. Questo accelera i cicli di messa a punto, ma aumenta anche la capacità predittiva di come si va a lavorare. E allo stesso tempo questo ci permette anche di poter ottimizzare, perché la regolamentazione, come si diceva prima, Euro 7, è molto impattante. E tra l’altro, come industria pneumatici, proprio in sede di comunità europea stiamo portando un aiuto tecnologico per assicurarci che il regolatore non ponga dei limiti che poi creino inefficienze di costo sul prodotto. Perché giustamente a volte si dà per scontato, lo pneumatico è tondo e in qualche modo lo si fa andare”.

Aggiunge Corrado Rocca: “Noi diciamo come DNA Pirelli abbiamo sempre avuto una forte spinta alla tecnologia e all’innovazione. E crediamo di poterla risolvere in due grosse modalità. Una, come dicevo, legata alla progettazione tradizionale dello pneumatico, quindi lavorando con le case auto, seguendo le normative e le opportunità che la digitalizzazione ci offre, e non dimenticandoci della sostenibilità, perché c’è tutto un tema di riciclo dove i colleghi che lavorano sui materiali, stanno facendo un lavoro egregio anche per quello che è successo in sede geopolitica, perché ovviamente voi potete pensare che i cambiamenti rapidi che ci sono stati in questi ultimi anni hanno cambiato tanto… e su questo devo dire che stiamo arrivando a delle percentuali di riciclo molto elevate. L’altro aspetto che stiamo portando è quello dell’innovazione, perché noi crediamo che l’Italia è un paese che se sfrutta a pieno le capacità delle piccole e medie industrie, delle università e delle grosse industrie, può non avere rivali perché abbiamo una creatività e una capacità di risolvere i problemi, magari a volte non in modo altrettanto metodico come fanno altri paesi, ma alla fine possiamo spuntarla.

“Allora, – continua Corrado Rocca – la sfida che noi abbiamo fatto in questa evoluzione nel mondo auto di elettronica è di dire lo pneumatico fino ad oggi è un elemento che è sempre stato passivo, e in qualche modo non contribuisce a dare informazioni all’auto. Si sta parlando sempre più di ADAS, cioè sistemi di ausilio alla guida, per poi arrivare alla guida autonoma. Sono problemi molto complessi da risolvere. Lo pneumatico è l’oggetto che tocca il terreno e che in qualche modo ha tutte le informazioni che permettono veramente di capire l’attrito, la sicurezza. Quindi abbiamo lanciato una sfida anni fa, e su questo direi con orgoglio che siamo stati i primi al mondo a inserire in vetture di serie degli pneumatici sensorizzati. Cioè abbiamo portato l’elettronica dentro lo pneumatico, che permette di dialogare con l’auto e creare un ulteriore strato di sicurezza. Questo perché, se ci pensate, oggi tanti sistemi della guida che hanno ottenuto, a mio avviso, dei risultati egregi grazie proprio alla trasformazione elettronica, lavorano anche in modo reattivo. Quando io ho problemi sulla stabilità, quando vado su ghiaccio esistono l’ABS e l’ISP che in qualche modo sono sistemi che mi riportano in condizioni di sicurezza. Noi abbiamo un punto di osservazione privilegiato, che è quello di poter effettivamente essere i primi a conoscere quello che accade sulla strada, il contatto tra lo pneumatico e l’asfalto. E quindi, mettendo della sensoristica elettronica e inviando in tempo reale queste informazioni alla macchina, siamo in grado di anticipare problemi. Un esempio chiaro è la detenzione di fenomeni di acquaplaning o di cambiamenti di manto tra ghiaccio e attrito. Sono quelle situazioni in cui ovviamente l’elettronica può dare un grosso ausilio, lo stiamo vedendo, e quindi la sfida che ci siamo posti, e che con soddisfazione stiamo vedendo che sta capitando e le case auto stanno sempre più comprando il concetto, è quella di poter creare sicurezza attiva e predittiva, cioè in qualche modo cercare di intervenire prima che il fenomeno possa portare a una situazione di problema.

L’ultimo accenno che faccio, – conclude Corrado Rocca – è circa quello che sta capitando nel mondo auto e che ci coinvolge veramente apre la filiera a 360 gradi. Prima si parlava di connettività. Oggi il software e l’hardware hanno superato di gran lunga il costo della parte meccanica in un’auto. Io dico sempre che le auto stanno diventando sempre più dei computer con 4 ruote, ma questo permette anche di utilizzare le opportunità che il mondo digitale offre. I dati e il fatto che le auto siano connesse creano degli ecosistemi dove i dati che rileviamo noi, ma che vengono rilevati anche da altre centraline, possono permettere di dare informazioni per la sicurezza, per esempio sulle autostrade. Sapete che ci sono tanti fenomeni diffusivi in cui l’informazione distribuita è vincente, lo vediamo dai navigatori, le auto possono effettivamente iniziare a dare una mappatura su cui tutta la filiera può beneficiare per poter creare dei modelli virtuosi e creare nuove opportunità. Ci sono tante start-up italiane che stanno sfruttando queste opportunità e vedo che il sistema Paese può sicuramente facilitare, perché bisogna continuare a innovare e muoversi, perché ovviamente ci sono colossi esteri che altrimenti ci possono superare, ma io credo molto che come italiani abbiamo in mano il nostro destino e la parola chiave secondo me è «innovazione»”.

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