Milano conquista nuovamente il primo posto in classifica per qualità della vita con “ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo”, seguita da Bolzano e Bologna nell’Indagine sulla qualità della vita 2025 nelle province italiane, realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo intrattenimento e cultura.
Rispetto alla classifica dello scorso anno, per Milano e Bolzano si tratta di una conferma, mentre migliora Bologna, che sale di una posizione.
Due passi indietro, invece, per Monza e della Brianza, mentre si segnala un significativo avanzamento in graduatoria di Rimini e Ascoli Piceno, rispettivamente al dodicesimo e quindicesimo posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024.
Gli indicatori della dimensione Affari e lavoro riportano informazioni sul mercato occupazionale, sulle imprese, sull’importo dei protesti per abitante e sull’incidenza di startup e Pmi innovative.
Bolzano si classifica al primo posto come nelle tre passate edizioni, seguita da Firenze, che scala sedici posizioni rispetto allo scorso anno. A seguire Prato, Padova e Trento.
In coda alla classifica si trovano esclusivamente province dell’Italia meridionale e insulare: Agrigento, Siracusa e Napoli.
La dimensione dell’ambiente è articolata in due sottodimensioni: quella negativamente associata alla qualità della vita comprende indicatori di impatto ambientale, mentre nella sottodimensione positiva figurano variabili legate anche alle azioni degli amministratori locali.
È ancora Bolzano a guidare la classifica della qualità ambientale, seguita da Bologna, Bergamo e Reggio Emilia.
Nelle prime diciannove posizioni figurano sei province del Nord-Ovest, dodici del Nord-Est e Macerata per l’Italia centrale.
In coda si confermano, anche per il 2025, Palermo e Catania.
Ascoli Piceno apre la classifica rispetto alla dimensione relativa a reati e sicurezza, scalando dieci posizioni rispetto allo scorso anno.
Seguono nell’ordine Oristano, Potenza, Matera e Treviso.
L’analisi dei risultati rilevati in questa e nelle passate edizioni denota una sostanziale stabilità del quadro relativo alla sicurezza.
Infatti, anche quest’anno le province in cui la sicurezza è risultata buona o accettabile ammontano a 65, dato in linea con quello delle ultime sette edizioni dell’indagine, un risultato quindi stabile e molto positivo.
In coda troviamo Roma, Trieste, Firenze e, ultima, Milano.
Per il 2025, nella dimensione della sicurezza sociale sono stati sostituiti cinque dei dodici indicatori.
È subentrato il dato relativo ai NEET (percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione o formazione, né nel mondo del lavoro).
Al posto dei quattro indicatori rimossi troviamo: omicidi stradali ogni 100 incidenti stradali, morti per abuso di alcol per 100 mila abitanti, morti per abuso di sostanze stupefacenti per 100 mila abitanti e indice di affollamento carcerario.
La provincia che quest’anno apre la classifica è Ascoli Piceno, seguita da Lodi, Prato, Siena e Ragusa, mentre chiude quella del Sud Sardegna.
Sono sei gli indicatori della dimensione Istruzione e formazione: tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, percentuale di persone di età 25-64 anni con diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età 25-39 anni con laurea o altri titoli, percentuale di persone di età 25-64 anni coinvolte in attività di formazione permanente, e percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche.
Apre la classifica Bologna, confermando il piazzamento delle passate due edizioni.
A seguire Milano, due province del Nord-Est (Udine e Trieste) e Ascoli Piceno per l’Italia centrale.
Chiudono Caltanissetta e, ultima, Crotone.
La struttura di questa dimensione di analisi è stata profondamente modificata nel 2022, con eliminazione della densità demografica, sostituzione del numero medio di componenti del nucleo familiare con il numero medio di figli per donna e inserimento di cinque nuovi indicatori.
Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da undici anni consecutivi.
A seguire nel gruppo di testa Trento, Brescia, Monza e della Brianza e Milano.
In ultima posizione Sud Sardegna e Oristano.
In merito al Sistema salute, a partire dal 2025, accanto alle sottodimensioni dei posti letto in reparti specialistici e della dotazione di grandi apparecchiature diagnostiche, è stata inserita la sottodimensione degli indicatori di attività ospedaliera, che tenta di catturare l’impatto della mobilità ospedaliera extraregionale sul sistema ospedaliero provinciale e la sua attrattività.
Ancona apre la classifica, migliorando il terzo posto già conseguito lo scorso anno, seguita da Catanzaro, Siena, Pisa e Verona.
Chiude la classifica la provincia del Sud Sardegna, che peggiora di una posizione.
Nella nuova dimensione turismo, intrattenimento e cultura, apre la classifica Bolzano, seguita da Trieste, Rimini, Roma e Livorno.
Nel gruppo di testa sono comprese 17 province, contro le 14 censite lo scorso anno.
Vi figurano, tra le altre, Milano, Imperia, Verona, Venezia, Gorizia, Ravenna, Forlì-Cesena, Firenze, Grosseto, Lucca.
Chiude la classifica Enna.
A partire dalla presente edizione dell’indagine, la ricchezza matrimoniale pro capite è stata sostituita dai valori immobiliari (sottodimensione positiva), ed è stato inserito un nuovo indicatore: il costo al metro quadrato per l’affitto di un immobile residenziale.
Milano apre la classifica confermando i risultati ottenuti nelle cinque passate edizioni.
A seguire nel gruppo di testa Bolzano, Firenze, Monza e della Brianza e Bologna.
Chiude la classifica, come nelle sei passate edizioni, la provincia di Crotone.
Secondo Marino Longoni, Condirettore di ItaliaOggi: “La classifica 2025 dell’Indagine elaborata da ItaliaOggi e Ital Communications conferma tendenze già osservate in passato: le grandi città, soprattutto del Centro-Nord, mostrano una forte capacità di resilienza e di adattamento alle emergenze degli ultimi anni. Purtroppo, si accentua invece il divario tra Centro-Nord e Sud, dove emergono segnali sempre più evidenti di disagio sociale e personale. Milano, da due anni, rimane nelle prime posizioni in classifica e, nonostante risultati molto negativi per l’indicatore relativo alla sicurezza, mantiene salda la sua leadership”.
Attilio Lombardi, Founder di Ital Communications, ha affermato: “L’indagine che anche nel 2025 Ital Communications, insieme a ItaliaOggi e in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, ha condotto su 107 province italiane, analizzando dimensioni quali lavoro, sicurezza sociale, ambiente, istruzione, giustizia, salute, ha permesso di avere un quadro ampio e dettagliato sul livello di qualità della vita. Sono emersi segnali importanti, utili per valutare criticità e urgenze, ma anche aspetti positivi e di crescita. Il nostro impegno e il nostro ruolo, come comunicatori, è quello di favorire la buona comunicazione, che rappresenta un elemento fondamentale per la capacità dei cittadini a partecipare alle decisioni collettive: si tratta di un modo per agevolare un dialogo concreto all’interno delle comunità, utile allo sviluppo dei singoli territori”.
Alessandro Polli, docente di Statistica economica e Analisi delle serie storiche all’Università La Sapienza di Roma, afferma: “L’indagine sulla qualità della vita – giunta alla 27ª edizione – è uno degli studi più completi disponibili in Italia. Si articola in nove dimensioni e 97 indicatori che permettono un’analisi approfondita del contesto locale. L’edizione di quest’anno conferma tre tendenze: la crescente frattura tra il centro-nord, più resiliente, e il Mezzogiorno, sempre più vulnerabile; la presenza di ampie aree di disagio sociale nel sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica; e il consolidamento del primato delle province e città metropolitane del centro-nord, che anche nella fase economica e geopolitica attuale mostrano la maggiore capacità di resistenza”.








