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Roberto Cingolani (ministro Transizione ecologica): «La svolta elettrica del Green Deal rischia di far chiudere la Motor Valley, insieme a Ferrari e Lamborghini»

«Chiudiamo la “Motor Valley” se anche le supercar dovranno adeguarsi all’elettrico al 100% in così pochi anni rispetto al ciclo di produzione delle industrie». Lo ha affermato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al seminario estivo della Fondazione Symbola, parlando del pacchetto Ue sul clima in relazione a auto tipo Ferrari e Lamborghini.

«In questi giorni stiamo parlando con l’automotive. È chiaro che c’è una grandissima opportunità nell’elettrificazione, ma pensate alla Motor Valley. Ieri è stato comunicato dalla Commissione europea che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, cioè le supersportive, dovranno adeguarsi al 2030 al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, ad assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo. Se oggi pensassimo» ha aggiunto «di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche d’emble’e, non avremmo nemmeno le materie prime per farle, non avremmo la grid per gestirla».

Il mercato auto europeo archivia la prima metà dell’anno con un bilancio pesante rispetto allo stesso periodo del 2019: le immatricolazioni nei Paesi Ue, Efta e nel Regno Unito sono state 6.486.351, il 27,1% in più del primo semestre del 2020, ma rispetto al 2019, cioè al periodo precedente al Covid, si registra un calo del 23%.

Vuol dire quasi 2 milioni di auto vendute in meno. Un quadro che suscita preoccupazione tra le associazioni dei costruttori, allarmati anche dall’accelerazione Ue sulle emissioni con lo stop delle auto diesel e benzina del 2035. A giugno – secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto – nel mercato europeo sono state immatricolate 1.282.503 auto, il 13,3% in più dello stesso mese del 2020.

Tra i cinque maggiori mercati del continente, fa notare il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano, «il calo più consistente rispetto al 2019 viene registrato in Spagna (34%), dove si spera di stimolare la ripresa delle vendite con una riduzione temporanea delle imposte sulle immatricolazioni entrate in vigore a luglio. Al secondo posto nella graduatoria per risultato negativo c’è il Regno Unito (-28,3%). Situazione pesante anche in Germania, primo mercato europeo, dove rispetto al primo semestre 2019 le immatricolazioni si sono ridotte di un quarto (meno 24,8%), migliore la situazione in Francia (-21%) e in Italia, paese che registra il calo più contenuto (-18,3%), grazie alla politica di incentivi anche su modelli ad alimentazione tradizionale ma con emissioni contenute».

Quagliano fa notare che l’invito sempre più pressante ad optare per auto a zero o a basso impatto crea incertezza sul tipo di vettura da acquistare e frena la domanda die privati. Stellantis ha immatricolato a giugno 258.657 auto, l’11,5% in più dello stesso mese del 2020, con la quota che passa dal 20,5% al 20,2%. Nei sei mesi il gruppo ha venduto 1.378.773 vetture, in crescita del 32,1% con Jeep che registra un balzo del 60%. La quota sale al 21,3%.

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