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Cinema: industria in crisi tra pandemia e Pnrr

Il settore del cinema abbia mostrato di saper rispondere molto bene alla crisi, ma ci sono ancora delle lacune da colmare. Nell’Ultimo anno e mezzo sono stati prodotti film interessanti nonostante la chiusura delle sale cinematografiche grazie alle grandi piattaforme, specie internazionali (comprese, tra le altre, Netflix, Sky e Amazon Prime) che hanno consentito il contributo al project financing anche di opere italiane.

La vitalità del nostro cinema è dimostrata dalla presenza di ben sessanta film italiani alla mostra di Venezia e di una ventina fra film e serie di fiction italiane alla festa del cinema di Roma. In Italia in questi anni si sono consolidati i grandi produttori come, per esempio, Medusa di Giampaolo Letta, Paolo Del Brocco di Rai Cinema, Massimiliano Orfei di Vision e si sono affermate anche giovani case di produzione. Dopo la chiusura della sezione di credito cinematografico della Bnl, Intesa Sanpaolo, guidata dalla figura manageriale esperta di Nicola Corigliano, è l’unico player rimasto a fornire un sostegno finanziario al settore a cui si affianca lo strumento del tax credit: i produttori hanno dovuto apprendere al meglio le tecniche del project financing per sostenere economicamente i propri progetti.

Crediamo, tuttavia, che questo non sia di per sé sufficiente: i giovani produttori avrebbero bisogno di forme diverse di appoggio e sostegno. Questo è un tema che dovrebbe essere posto con forza all’attenzione dei grandi player istituzionali del mondo della cinematografia. Per fortuna nell’ordinamento istituzionale del cinema, diversamente da quanto avviene in altri ordinamenti settoriali pubblici, operano alcuni soggetti competenti, in vari casi appassionati e dotati anche di una certa esperienza, come, per esempio, l’amministratore delegato di Cinecittà spa Nicola Maccanico.

Quest’ultimo dovrà essere il pivot per l’indirizzo e la gestione dei quasi 350 milioni di euro che il Pnrr destina alla finalità di fare di Cinecittà un grande hub del cinema italiano ed europeo. Inoltre, la Cassa Depositi e Prestiti metterà a disposizione i cespiti immobiliari, i molti ettari di terreno contigui a Cinecittà di cui è proprietaria. Questo apre grandi prospettive per il cinema italiano e probabilmente anche per una parte di quello europeo. Sulla base dell’intesa preliminare raggiunta il 30 dicembre 2021 tra Cinecittà spa e il gruppo Cassa depositi e prestiti, 31 ettari di terreno adiacenti a Cinecittà vengono messi a disposizione per la creazione di nuovi spazi e nuovi studios.

È questo l’obiettivo dell’intesa preliminare firmata da Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà, con il gruppo Cdp. L’accordo prevede che al momento del closing la proprietà dello spazio venga trasferita da Cdp Immobiliare (società interamente controllata da Cdp) a Cinecittà. La finalizzazione del contratto è prevista entro il prossimo ottobre. Si tratta di uno sviluppo di grande rilevanza che apre nuove prospettive agli operatori del cinema che necessita però in accompagnamento di nuove forme di sostegno creditizio e finanziario e non di tipo assistenzialistico al cinema.

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