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Chiara Sgubin, Segretario Generale Telespazio: “Servono leggi spaziali, non possiamo permetterci il Far West”

Cristina Sgubin, Segretario Generale Telespazio, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Cybersicurezza: le questioni all’ordine del giorno e il ruolo dell’industria italiana“, moderato dal giornalista Giuseppe Brindisi.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

“Oggi si è parlato di cybersicurezza e quindi dello stato attuale in cui si trova l’Italia da questo punto di vista.”

Sì, dunque, è importante secondo me quando si parla di cybersecurity, di temi relativi alla sicurezza, capire che l’Europa in questo momento sta cercando di armonizzare quelli che sono tradizioni e sistemi normativi diversi per cercare di rispondere a dinamiche geopolitiche che comportano una risposta in tempi rapidi.

“Per quello che riguarda il mio ambito di appartenenza, che è appunto quello spaziale, è chiaro che abbiamo un osservatorio un po’ privilegiato…”

Sia come competenze tecnologiche sia come sensibilità rispetto ai temi di cybersecurity e di intelligenza artificiale.

Come dicevo prima, l’importante è fare un’opera anche di sensibilizzazione delle imprese, perché spesso la cybersecurity non viene percepita ancora oggi come un elemento essenziale di tutela per le aziende, ma è importante fare un’opera anche di investimento, perché è chiaro che, come dicevo, i profili di attenzione, i profili di adeguamento delle imprese ai perimetri normativi, pensiamo alle NIS2 e alle varie regolamentazioni europee, comportano investimenti ed è importante che le aziende facciano anche un po’ questo salto culturale e capire che al giorno d’oggi, per rispondere a quelle che sono le sfide globali, bisogna essere adeguati soprattutto internamente.

“Lo spazio in realtà è una dimensione infinita…”

Si parla tanto anche di spese economiche, di possibilità da sfruttare che effettivamente abbiamo davanti e che aspettano solo che lo facciamo.
Vero, ma è anche vero che, come dicevo prima, lo spazio è ancora oggi un po’ un far west, nel senso che è chiaro che si muovono, ad esempio, le potenze statunitensi, le potenze atlantiche, l’Asia, l’Europa, con velocità non sempre omogenee, quindi abbiamo temi di inquinamento spaziale con i satelliti a fine vita, abbiamo temi di rischio collisioni di satelliti che vengono lanciati in orbita, abbiamo temi di, come dicevo prima, di programmi che non hanno la stessa velocità, pensiamo alla differenza tra uno Starlink e Iris Square, quindi i programmi europei.

Quindi, assolutamente sì, lo spazio è infinito, ma si parla oggi di legge spaziale anche in Italia, proprio perché ci si rende conto che è necessario normare ormai un settore che per anni è stato un po’ il far west di chi arrivava per primo.

“E da questo punto di vista il dialogo in realtà è importante proprio per evitare il far west…”

Gli Stati Generali della ripartenza si pongono un po’ questo come obiettivo, creare una piattaforma di dialogo tra imprese, istituzioni, società civile, è fondamentale anche per affrontare la sfida spaziale.

È giusto che sia così ed è giusto che si crei notavoli in cui si fa una sensibilizzazione continua, soprattutto in ordine alle tempistiche, perché purtroppo lo spazio, come tutti i settori ad alta tecnologia, è un settore velocissimo, dove una tecnologia, io oggi lancio dei satelliti che tra qualche anno sono già superati dal punto di vista tecnologico, quindi è importante che si faccia un’opera di sensibilizzazione per accelerare quanto più possibile quelli che sono i programmi europei per rispondere alle sfide globali, soprattutto nell’asse geopolitico tra Stati Uniti e Asia in questo momento.

Ecco il collegamento per rivedere l’intero panel in cui è stato coinvolto

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