Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Marta Cartabia (ministra Giustizia): «Dopo la riforma processo penale, ora la concentrazione si sposta sul Csm»

«Mi auguro che in Parlamento il senso di responsabilità dimostrato da tutti i ministri prevalga su ogni altra considerazione. Chiusa riforma processo penale ora mi concentrerò su Csm». La riforma proposta «è un vaccino proprio perché sveglia gli anticorpi del sistema immunitario della giustizia, non è un banale compromesso politico. È ispirata al bilanciamento tra quelle due esigenze: fare giustizia, nel rispetto delle garanzie. Questo è ciò che ci chiede la Costituzione: bilanciamento fra principi, proporzionalità tra valori, equilibro tra esigenze in conflitto. E quando si parla di giustizia ritengo che l’equilibrio sia una virtù, non un demerito». Lo dice la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in un’intervista al Corriere della Sera.

«Le forze politiche conoscono bene gli impegni presi con l’Europa e le scadenze. Mi auguro che il senso di responsabilità dimostrato da tutti i ministri prevalga su ogni altra considerazione, nell’interesse del Paese», sottolinea.

«Sono state settimane di continui colloqui» prosegue «Il fatto però che il Consiglio dei ministri abbia approvato il progetto all’unanimità è stato un traguardo importante. Raggiunto nell’ultimo miglio, anche grazie alla determinata guida del premier che lo ha sostenuto con convinzione».

Quindi rispetto al passaggio più complicato della trattativa, la prescrizione, sulla quale «gradualmente, in questi mesi le diffidenze e le distanze tra cosiddetti giustizialisti e garantisti si sono accorciate», Cartabia commenta.

«Un processo che finisce nel nulla è davvero un fallimento dello Stato, su questo io sono la prima ad essere d’accordo, come ben sa Alfonso Bonafede che in queste settimane ha avuto un’interlocuzione costante con il ministero. Tuttavia, non si poteva evitare di correggere gli effetti problematici di quella riforma. Per questo abbiamo stabilito tempi certi e predeterminati per la conclusione dei giudizi di appello e Cassazione. Giudizi lunghi recano un duplice danno: frustrano la domanda di giustizia delle vittime e ledono le garanzie degli imputati».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.