“Si chiude un’epoca e se ne apre un’altra”. Così il segretario Uilca Gruppo Mps, Carlo Magni, in un post su fb, pubblicato prima della assemblea annuale di Mediobanca di oggi, “l’ultima nel giorno voluto da Enrico Cuccia per contrapporsi simbolicamente alla Marcia su Roma”.
“È una data che segna la fine di un lungo ciclo storico e l’inizio di una stagione diversa: l’era di Monte dei Paschi di Siena”, sottolinea il sindacalista.
“La tradizione si congeda, e la banca simbolo della finanza italiana entra in un perimetro industriale più ampio, destinato a ridefinire funzioni e identità. Il brand Mediobanca resterà intatto, ma il suo orizzonte cambierà: private e corporate banking come fulcro, mentre Premier e Compass – anime più commerciali e popolari – potrebbero confluire nel sistema MPS”, aggiunge Magni.
Per il sindacalista “non si tratta soltanto di una sostituzione di nomi e ruoli. È un passaggio culturale. È la transizione da una finanza di relazione a una finanza di sistema. E come ogni passaggio storico, esso porta con sé promesse e incognite”.
“Il nuovo piano industriale dovrà essere presentato alla Banca Centrale Europea entro la primavera del 2026. Sarà in quella sede che si definiranno le linee strategiche di integrazione, le politiche di retention dei talenti, la valorizzazione delle competenze chiave e il riassetto dei business. Ma prima ancora che le cifre, contano le persone: le donne e gli uomini che renderanno possibile questa metamorfosi” – è l’analisi di Magni – “È qui che la visione del sindacato bancario trova la sua necessaria centralità. La Uilca lo ha ribadito in ogni occasione: le integrazioni non sono mai neutre. Non lo sono sul piano strategico, né su quello occupazionale, né su quello culturale”.
“Per questo, le organizzazioni sindacali devono essere parte integrante del processo, non solo nelle fasi formali, ma anche – e soprattutto – nelle fasi informali di confronto e costruzione del progetto”, sottolinea Magni.
“In un momento in cui la banca più antica del mondo si accinge a forgiare un gruppo europeo, il sindacato non può limitarsi a commentare le scelte: deve contribuire a orientarle. Perché non esiste innovazione sostenibile senza partecipazione”, aggiunge.
Per Magni, “Mediobanca e Mps dovranno saper armonizzare due culture diverse: quella del credito, rigorosa e prudente, e quella dell’investment banking, dinamica e competitiva. Due mondi che potranno integrarsi solo attraverso un linguaggio comune di fiducia, formazione e responsabilità condivisa”.
La Uilca – scrive il sindacalista in uno dei passaggi del lungo post su fb – crede “in un modello di banca che non si riduca a un conglomerato finanziario, ma resti presidio di valori, conoscenza e lavoro. In questa prospettiva, l’integrazione fra Siena e Piazzetta Cuccia non è un episodio, ma un laboratorio: il luogo dove si misura la capacità del sistema italiano di crescere senza snaturarsi, di innovare senza recidere le proprie radici. Ecco allora che l’attenzione al capitale umano deve diventare il perno della nuova strategia industriale”.
“Il futuro non si costruisce comprimendo le competenze, ma generando fiducia e valorizzazione. È questo il terreno su cui il sindacato rivendica un ruolo pieno: non per interferire, ma per contribuire, non per frenare, ma per guidare insieme il cambiamento. Monte dei Paschi e Mediobanca sono due nomi che appartengono alla storia d’Italia. Oggi si ritrovano nello stesso destino. Da questa unione può nascere una stagione di progresso vero, se sapremo mettere al centro le persone, i loro diritti e la loro intelligenza professionale”, conclude.








