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Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, Componente Corte dei conti Europea: “È fondamentale un dialogo costante tra istituzioni, imprese e società civile”

Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, Componente Corte dei conti Europea, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Gli enti locali nel (e del) futuro“, moderato dal giornalista Gianni Trovati.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

Siamo agli Stati Generali della Ripartenza, che è un modello di dialogo tra imprese, istituzioni e società civile. Quanto è importante questa dimensione di dialogo per l’Italia ma anche per l’Europa?

Direi che è fondamentale perché è un momento di confronto. Nel claim di quest’anno si parlava di summit e quindi assolutamente è un momento per veicolare idee, per ascoltarle soprattutto e per meditarci sopra.

E dal punto di vista europeo, e il ruolo che appunto lei svolge, l’Italia, da questo punto di vista, come è in questo momento inserita?

È inserita bene, ovviamente, essendo uno dei paesi più grandi, importanti e parlando del lato economico, che conosco meglio come Corte dei Conti europea, anche tra i principali contribuenti alle finanze dell’Unione. E’ molto importante anche il risvolto della tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea, anche attraverso un contrasto alle frodi, dalle indebili percezioni di fondi comunitari, che anche nella mia progressa di esperienza come procuratore della Corte dei Conti abbiamo sempre cercato di perseguire e quindi di evitare che si accresca eccessivamente.

Ne abbiamo parlato anche qui l’anno scorso, il PNRR ovviamente è un grande investimento economico, ma attira anche la criminalità organizzata?

È inevitabile, gli interessi economici sotto il versante penale, sotto il versante contabile attirano i cosiddetti malintenzionati. Quello che è molto importante è prevedere misure di contrasto, ma di prevenzione ancora prima, in maniera tale che ogni soldo speso – come la Corte dei Conti italiana ha più volte detto, e la Corte dei Conti europea non può che essere d’accordo – vada a fine effettivamente per l’utilità dei cittadini europei.

E da questo punto di vista il cammino è molto avanti, perché i ritorni che abbiamo è proprio un investimento, quello del PNRR, che ha andato effettivamente dove doveva andare. E lo si vede anche sotto il profilo del PIL italiano, che fonda molto sulle finanze del PNRR, quindi ne trae un beneficio e un’utilità, che è un’utilità poi non solo per lo Stato italiano, ma per la collettività.

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