La guerra in Ucraina non accenna ad arrestarsi e si teme sempre di più l’opzione nucleare. A parlarne è il diplomatico Rocco Cangelosi. «La situazione in Ucraina si complica sempre più. Il governo di Kiev ha chiesto ufficialmente l’adesione alla NATO mentre prosegue quasi indisturbata la controffensiva nel Donbass a est e a sud, in quelli che secondo Mosca sono già territori neo-russi. La città di Kherson sta per cadere e la mobilitazione parziale lanciata da Putin per arrestare l’avanzata ucraina sembra procedere con grande difficoltà. Lo Zar è sotto pressione. I falchi del Cremlino chiedono il ricorso all’arma nucleare e il Times rivela che un treno contenente tale tipo di ordigni si sta muovendo verso i confini con l’Ucraina».
«Putin si trova in un grande dilemma. Sa bene che la reazione NATO di fronte all’impiego dell’arma nucleare seppure tattica, sarebbe devastante ed esporrebbe la Russia a gravi rappresaglie sul suo territorio, inizialmente con armi convenzionali ma a cui potrebbe seguire una risposta simmetrica nucleare. È chiaro che in un tale scenario la situazione rischierebbe di uscire di mano con conseguenze apocalittiche facilmente prevedibili», scrive sul magazine online InPiù.net.
«Non resta quindi che negoziare. Ma a chi spetterebbe la prima mossa, e a quali condizioni? Attualmente non si vede una via d’uscita poiché un’eventuale adesione alla NATO dell’Ucraina toglierebbe dal tavolo un altro importante asset per un deal equilibrato. Occorrerebbe un mediatore credibile che avvii i primi contatti in modo da frenare le pulsioni estreme dei due schieramenti: quelle russe che vogliono la caduta di Zelensky e la distruzione dell’Ucraina e quelle occidentali che vogliono la caduta di Putin».