Alle Olimpiadi di Tokyo gli atleti azzurri stanno ottenendo risultati incredibili, superando ogni record e previsione. Giorgio Armani, che ha ideato e firmato le divise italiane, racconta di aver provato un’emozione intensa guardando la finale della staffetta 4 per 100, «con la forte adrenalina di una gara vinta sul filo del rasoio da una squadra magnifica che oltre al gesto atletico ha saputo integrare atleti di ogni provenienza».
«Nello sport» sottolinea lo stilista «l’integrazione si realizza in modo naturale, perché quel che conta sono le qualità dell’atleta e non il colore della sua pelle. Nascono amicizie e amori. Quindi spero che dallo sport arrivi un messaggio di unità che supera certe barriere, che purtroppo sono ancora molto diffuse nella cultura e nella società italiane. Credo sia giunto il momento di superarle e di accorgerci che anche una persona con la pelle più scura, nata nel nostro territorio, è un italiano. E non dovremmo ricordarcelo soltanto quando si tratta di atleti che ci fanno vincere una bella medaglia», afferma in un’intervista Repubblica.
«La politica» afferma «dovrebbe andare a lezione soprattutto dallo sport. Invece spesso rimane abbarbicata sulle sue posizioni di pura retorica tesa a raggiungere consensi. Lo sport credo sia l’espressione più alta di unità. Rappresenta la forza, la collaborazione, il risultato che si raggiunge soltanto lavorando, gli uni per gli altri», aggiunge.
Per poi suggerire che «forse il futuro riparte proprio dal mondo dello sport, che può insegnare tanto anche ad altri ambiti. Lo sport è un mondo al quale mi sono avvicinato da ragazzino seguendo il basket e successivamente sponsorizzando una squadra, vestendo varie nazionali olimpiche e di calcio, seguendo gli sportivi e vestendoli anche nella vita privata. Ho sempre provato grande ammirazione per la loro forza di volontà, per la dedizione e per lo spirito di sacrificio. Nella mia estetica in fondo mi riallaccio spesso al vecchio adagio della cultura classica: bellezza e virtù nello stesso corpo».
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