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Alla fine doveva succedere | L’intervento di Ramiro Baldacci

La differenza tra fiction e realtà si ha nel finale delle storie. Per chi ha visto “Un mondo a parte”, il film ironico e diretto di Riccardo Milani che parla di un tema molto importante come lo spopolamento delle aree interne del nostro Paese, sa che alla fine della storia la vicepreside Virginia Raffaele e l’insegnante Antonio Albanese riescono a salvare dalla chiusura la scuola del loro paese immaginario nonostante i pochi bambini iscritti.

La vita non è un film

Purtroppo nella realtà non è così. E’ infatti suonata per l’ultima volta la campanella nella scuola di Villetta Borrea, l’ultima non dell’anno scolastico, ma di tutta la storia della Scuola dell’Infanzia e Primaria del Comune. Dal prossimo settembre l’istituto chiuderà i battenti. Nessuna iscrizione per il prossimo anno scolastica è pervenuta negli uffici della sede centrale dell’Istituto Benedetto Croce, a Pescasseroli. Solo dodici gli studenti che quest’anno hanno frequentato la scuola altosangrina, dalla classe prima alla classe quinta. Quindi i numeri per una ripaertura l’anno prossimo non ci sono.

“Abbiamo deciso, d’accordo con la dirigente scolastica, di fare una scelta ben precisa, per unire anziché disperdere – spiega la sindaca di Villetta Barrea, Giuseppina Colantoni – Gli alunni andranno a Barrea dove poi proseguiranno con la scuola media, ma l’edificio scolastico di Villetta Barrea non chiuderà, nel senso che sarà occupato per i rientri pomeridiani e per le attività extrascolastiche. I numeri sono quelli che sono, ma l’edificio, che è stato oggetto di un importante intervento di adeguamento negli ultimi anni, resta comunque a disposizione della popolazione scolastica”, ha concluso.

Villetta Barrea perde così un presidio statale. Un punto di riferimento culturale e di aggregazione sociale. Con tutti i danni e gli svantaggi che comporta, come la necessità di doversi spostare per gli alunni, i pochi che rimangono, per poter proseguire il primo ciclo di studi nel vicino Comune di Barrea.

Lo stratagemma francese

In Francia, per non far chiudere le scuole, hanno deciso di iscrivere anche le pecore. E’ successo nei comuni Notting-Voyer-Hermelange, nella Mosella francese. I nomi di questi animali sono anche evocativi: John Deere, Valériane Deschamps, Phil Tondus e Marguerite Duprès. L’idea è nata a dei genitori per impedire che i propri figli non avessero più una classe di riferimento. Le pecore sono state gentilmente prestate da un agricoltore locale. Il ministero aveva chiesto ai tre comuni che avessero almeno 98 iscritti. Solo in questo modo sarebbe stato possibile garantire il mantenimento della quinta al rientro a settembre. I nomi sul registro erano solo 94.

Anche la Francia, come l’Italia, è stata investita da un significativo inverno demografico, ma a differenza del nostro Paese, ha già avviato un piano che prevede misure a favore dei giovani, monitoraggio e check up sulla fertilità gratuito e incentivi alla famiglia e al welfare.

La situazione in Italia

In Italia, invece, il tema scuole e denatalità si fa sentire. Negli ultimi 10 anni sono stati già chiusi quasi 3mila istituti nel segmento infanzia e primaria. E l’emorragia non sembra voler smettere.

Le previsioni demografiche di lungo periodo, specifica l’Istat nel rapporto annuale 2024, indicano un rafforzamento della tendenza allo spopolamento delle aree economicamente meno attrattive e all’invecchiamento. Saranno i più giovani e la popolazione in età attiva a diminuire, mentre crescerà in misura consistente la popolazione in età avanzata, soprattutto al Centro-Nord.

La popolazione più giovane (0-14 anni) si riduce ulteriormente ovunque: fino a un terzo in meno in Basilicata, Sardegna e Calabria, con un calo più contenuto nelle regioni del Centro-Nord (stazionaria la Provincia autonoma di Trento). A ciò si contrapporrebbe un incremento consistente della popolazione in età avanzata, generalizzato sul territorio nazionale e più sostenuto al Centro-Nord.

Una sconfitta per tutti

Quando chiude una scuola la sconfitta ci coinvolge tutti. Muore uno dei presìdi fondamentali dello Stato su un territorio. Muore la speranza di dare un futuro, attraverso le nuove generazioni, a quei Piccoli Comuni che senza quel presidio sono destinati a chiudere. Se infatti lo spostamento per raggiungere il nuovo plesso scolastico è eccessivo, le famiglie preferiscono trasferirsi abbandonando il paese di origine.

E’ una storia che vediamo ripetersi incessantemente nel nostro territorio, e contro la quale non vengono ancora prese contromisure concrete ed efficaci. Come abbiamo denunciato al Cenacolo della Ripartenza sulla Natalità che abbiamo tenuto la scorsa settimana al Circolo Magistrati della Corte dei conti a Roma, le analisi e i dati sono chiari da anni e la situazione è stata soppesata sotto ogni punto di visto. Adesso serve solo agire, in maniera immediata e diretta, prima che sia troppo tardi. E purtroppo, a Villetta Borrea, il punto di non ritorno è già stato superato.

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