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“Tutto distrutto: in molti campi non c’è più nulla. Nell’arco di un quarto d’ora un anno di lavoro portato via, in un’annata già fortemente compromessa da continui episodi di maltempo che hanno ritardato i lavori in campo e fatto crescere, soprattutto per i cereali, pericolo di muffe e malattie fungine. Centinaia di ettari dove non si raccoglierà più nulla”. A sottolinearlo Mario Castelli, delegato Giovani Impresa Coldiretti Alessandria, titolare di un’azienda agricola traccia un bilancio dell’ondata di maltempo ch3 ieri pomeriggio si è abbattuta sulla zona.
Dal monitoraggio di Coldiretti Alessandria emerge che per alcuni imprenditori della zona è andato perso fino al 100% del raccolto, soprattutto grano, orzo, mais, barbabietole, girasole. ”E’ l’agricoltura a pagare il prezzo più alto, il settore cerealicolo e le colture a pieno campo. Vento e grandine a macchia di leopardo, in alcuni punti le perdite del raccolto arrivano anche al 100% – commenta il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito. Il risultato sono pesanti danni alle coltivazioni con la perdita di un intero anno di lavoro, conseguenza dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma”.
”I nostri tecnici – aggiunge il direttore dell’organizzazione agricola, Roberto Bianco – stanno effettuando sopralluoghi, sarà necessario monitorare nel tempo la situazione e auspichiamo a brevissimo un intervento da parte della Regione Piemonte. Se la pioggia è manna per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento”.