”Nell’arco di dieci anni, al massimo, circa un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione”.
È quanto rileva l’Inps nel dossier dell’Osservatorio sui lavoratori pubblici.
”Per quanto concerne la struttura per età emerge che, nel 2024, la classe di età modale è quella tra i 55 e i 59 anni con 661.919 lavoratori (17,7% sul totale)”, si legge nel documento.
Il 76,6% della collettività ha età maggiore o uguale a 40 anni.
L’osservatorio dell’Inps registra un aumento dell’1,5% del numero dei lavoratori pubblici tra il 2023 e il 2024: quelli con almeno una giornata retribuita nell’anno sono stati 3.738.171, con una retribuzione media di 35.350 euro e una media di 283 giornate retribuite.
La variazione percentuale della retribuzione media è salita dello 0,6%, mentre il numero medio di giornate retribuite è calato dello 0,3%.
Nel 2024 il numero medio mensile di lavoratori pubblici è stato pari a 3.419.155; il picco è stato raggiunto a dicembre (3.511.522 lavoratori).
Il comparto con il maggior numero di lavoratori è la Scuola con il 39,6% dei dipendenti pubblici, seguito dal Servizio Sanitario con il 20%, dalle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) con il 14,9% e dalle Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco con il 13,9%.
La retribuzione media annua nel 2024, pari a 35.350 euro è molto differenziata per età e per genere. Il salario aumenta al crescere dell’età, fino a stabilizzarsi dai 50 anni in poi ed è costantemente più alto per gli uomini (41.117 euro contro 31.679 euro per le donne nel totale). La classe 25.000 – 29.999 euro è quella dove si concentra il maggior numero di lavoratori (652.914 pari al 17,5%).
Nel complesso, le lavoratrici superano i maschi con un’incidenza del 61% in gran parte delle classi di età, fanno eccezione in quelle fino a 19 anni e 20-24 anni, nelle quali l’incidenza è pari, rispettivamente, a 67% e 58% i maschi, 33% e 42% le femmine.








