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Risale la produzione industriale, corrono i computer | L’analisi dell’Istat

Produzione-industriale_settembre2025

Risale la produzione industriale a settembre. Dopo il tonfo di agosto e una precedente serie di mesi negativi solo a tratti interrotta da segnali di ripresa, l’indice rivede il segno più. La spinta maggiore arriva dai computer e dalla tavola. Un recupero che però non basta a invertire la rotta del trimestre.

Gli ultimi dati Istat indicano un aumento del 2,8% rispetto ad agosto e dell’1,5% rispetto a settembre 2024, registrando una dinamica positiva estesa a tutti i principali settori. Tuttavia nella media del terzo trimestre il livello della produzione industriale è ancora in rosso e diminuisce dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’andamento a settembre comunque è positivo e, tra le attività, a fare meglio di tutti sono la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica con un incremento annuo a due cifre (+12,3%), seguito dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2%) e dalla produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,8%).

Ma non manca chi è ancora in difficoltà, come la moda. Le flessioni più ampie, sempre nel confronto annuo, si rilevano infatti nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,4%), nell’industria del legno, carta e stampa (-4,1%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-4,0%).

I consumatori plaudono ma fino ad un certo punto. I segnali positivi “non bastano a colmare il trend negativo del 2025”, commenta il Codacons. Anche l’Unione nazionale consumatori parla di “rialzo insoddisfacente”, considerando i cali tendenziali “durati ininterrottamente da febbraio 2023 a marzo 2025”.

Confcommercio mette in risalto gli indizi di ripresa autunnale, ma allo stesso tempo evidenzia come per importanti segmenti di consumo, quali l’abbigliamento e le calzature, si rilevano decise riduzioni, “probabile segnale di una domanda che stenta a trovare spunti di vivacità”.

Commenta positivamente Paolo Mameli, economista del Research department di Intesa Sanpaolo, secondo il quale “la produzione industriale italiana è rimbalzata assai più del previsto a settembre” e che “possa tornare a mostrare una crescita, sia pur modesta, nel 2026, dopo tre anni di contrazione”.

Sul fronte delle imprese, intanto, resta aperta la questione di ulteriori fondi e continuità per Transizione 5.0, il piano che prevede crediti di imposta per investimenti in digitalizzazione ed efficienza energetica.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ricorda i 4 miliardi per la nuova misura previsti in manovra per il 2026 e assicura l’impegno insieme al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per “la proroga” del piano “anche nel successivo biennio così da consentire alle imprese di programmare gli investimenti in un periodo più esteso”.

Dicendosi convinto che “saremo in condizione di trovare risorse aggiuntive per poter soddisfare tutti, affinché nessuna impresa resti indietro”.

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