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Manovra, ecco la pagella di Banca d’Italia | L’analisi

BALASSONE-6-novembre-2025-SENATO

“Si può stimare che complessivamente le misure non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie”.
È il punto espresso in audizione da Fabrizio Balassone, vicecapo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia.

D’altra parte, “la riduzione della seconda aliquota dell’Irpef dal 35 al 33 per cento comporta un minore gettito di 3 miliardi all’anno”.

Inoltre, “secondo le valutazioni ufficiali la Manovra, come indicato a ottobre nel Documento programmatico di finanza pubblica, ha effetti trascurabili sull’indebitamento netto nel 2026, mentre amplia moderatamente il disavanzo rispetto alla legislazione vigente nel successivo biennio (per poco meno di 6 e circa 7 miliardi, rispettivamente, nel 2027 e nel 2028, pari in media a 0,3 punti percentuali del prodotto all’anno)”.

Per quanto riguarda la cosiddetta “rottamazione”, è uno “strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito”, avvisa ancora Bankitalia.

Mentre sulle pensioni, “sarebbe meglio non toccare troppo questo meccanismo di adeguamento” dei requisiti di accesso, perché “c’è una questione di equità intergenerazionale nel mantenere un ragionevole equilibrio tra il tempo trascorso a lavoro e quello trascorso in pensione e abbiamo questo aumento di spesa che può complicare e molto la gestione della finanza pubblica”.

E poi un monito per quanto riguarda le tasse sulle banche: “Sarebbe opportuno evitare il ripetersi frequente di inattese modifiche della tassazioni”, ma comunque “il sistema bancario italiano è nell’insieme solido, ben patrimonializzato e oggi tra i più redditizi d’Europa. I rischi di credito restano limitati, grazie anche alle buone condizioni finanziarie delle imprese”.

EFFETTI TRASCURABILI SU INDEBITAMENTO NETTO 2026

“La Manovra ha effetti trascurabili sull’indebitamento netto del 2026, mentre amplia moderatamente il disavanzo nel successivo biennio”.

Lo ha detto Fabrizio Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

“L’effetto della Manovra sul disavanzo è il risultato netto di misure espansive valutabili dell’ordine di 18 miliardi in ciascun anno del triennio e coperture di circa di 18 mld, 13 mld e 11 mld rispettivamente nel 2026, 2027 e 2028. La riduzione delle coperture nel corso del triennio riflette soprattutto il profilo della riprogrammazione del Pnrr. Molti degli interventi hanno natura transitoria”, ha aggiunto.

DA TAGLIO IRPEF BENEFICI FINO A 440 EURO PER REDDITI PIÙ ALTI

“La riduzione della seconda aliquota dell’Irpef dal 35 al 33% comporta un minore gettito di 3 miliardi all’anno. Ne beneficerebbero i contribuenti con reddito complessivo superiore a 28 mila euro, in misura crescente fino a un massimo di 440 euro annui per redditi pari o superiori a 50 mila euro. Per i redditi superiori a 200 mila euro il vantaggio si potrebbe ridurre, fino ad annullarsi: è previsto il taglio di una serie di detrazioni per oneri, fino a concorrenza della riduzione di imposta dovuta alla minore aliquota. L’intervento fa seguito ad altre misure di riduzione di imposte e contributi, prevalentemente a favore dei redditi più bassi, introdotte negli scorsi anni”.

Lo ha detto Fabrizio Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

REVISIONE ISEE VA FATTA CON PARSIMONIA. NON SNATURARE FUNZIONE MISURAZIONE

“In generale le revisioni dell’Isee andrebbero effettuate con parsimonia, senza snaturarne la funzione di misurazione; peraltro, risultati analoghi possono essere raggiunti modificando le soglie che definiscono l’accesso o l’ammontare dei singoli benefici”.

Lo ha detto Fabrizio Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

Balassone ha ricordato che in Manovra, “ai fini dell’accesso ad alcuni importanti trasferimenti (assegno unico universale, assegno di inclusione, supporto per la formazione e il lavoro, bonus asilo nido e bonus nuovi nati), viene modificato il calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) elevando la soglia di esclusione della prima casa di proprietà (da 52.500 a 91.500 euro) e rivedendo alcuni parametri della scala di equivalenza con l’obiettivo di ridurre l’indice per le famiglie con almeno due figli”.

“Secondo le valutazioni ufficiali – ha proseguito – la maggiore spesa sarebbe pari a poco meno di 0,5 miliardi all’anno nel triennio 2026-28”.

“Secondo il nostro modello di micro-simulazione, per le famiglie che in seguito alla modifica avrebbero un Isee più basso e avrebbero diritto ai suddetti trasferimenti, l’indicatore si ridurrebbe in media di 2.350 euro. Si può valutare che per questa stessa platea di famiglie la quota delle prime case completamente escluse dal calcolo dell’Isee più che raddoppierebbe, salendo quasi al quaranta per cento”.

L’Isee, ha detto ancora Fabrizio Balassone, “ha lo scopo di cogliere lo stato di bisogno delle famiglie tenendo conto non solo del reddito ma anche del patrimonio, in base all’ipotesi del tutto ragionevole che quest’ultimo costituisca una protezione importante su cui contare nelle situazioni avverse, oltre che più in generale una determinante delle condizioni di vita di un nucleo familiare”.

“Aumentando la franchigia per la prima casa – ha sottolineato – si dà meno peso al vantaggio che ha, a parità di reddito, chi possiede l’abitazione di residenza rispetto a chi è in affitto”.

“Si può stimare che complessivamente le misure” del taglio dell’Irpef, gli interventi in materia di assistenza sociale e le modifiche al calcolo dell’Isee “non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie”.

Lo ha detto Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

“La riduzione dell’aliquota dell’Irpef per il secondo scaglione di reddito – ha sottolineato Balassone – favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch’essi modesti”.

“Non si può contare sul bilancio pubblico il compito di recuperare il potere d’acquisto perduto dai lavoratori, soprattutto quando la redditività delle imprese può consentire che questo avvenga attraverso la contrattazione. In prospettiva, la crescita dei salari reali non può che essere sostenuta da un sistema di relazioni industriali ben funzionante e da un rilancio della produttività del lavoro (che si è ridotta di oltre un punto percentuale dalla fine del 2019)”.

Lo ha detto Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

Rispetto alla detassazione degli aumenti dovuti ai rinnovi contrattuali, “la capacità delle nuove norme di accelerare i rinnovi appare limitata: circa il 40% dei dipendenti privati è coperto da accordi firmati prima del 2025 con scadenza successiva al 31 dicembre 2026 (inclusi quelli del commercio e turismo, settori che hanno sperimentato un’erosione del potere d’acquisto particolarmente marcata). I principali contratti collettivi nazionali che potranno beneficiare della misura riguardano soprattutto settori in cui le trattative per il rinnovo sono già avviate o che storicamente rinnovano con ritardi modesti.

Emergono inoltre incertezze circa le modalità di effettiva attuazione della misura in relazione alla definizione di incremento retributivo soggetto ad aliquota ridotta, al perimetro della platea dei beneficiari e alle modalità di effettivo accesso”.

Lo ha detto Balassone, vice capo dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio 2026.

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